lunedì 17 ottobre 2011

Alcune riflessioni in itinere


Nella prima metà di ottobre ho percorso a piedi circa 120chilometri, molti dei quali a ritmo intenso, e ho fatto anche tanti, diversi controlli.
In questa settimana farò il prelievo del sangue e sto già provando un po' di quell'ansia in attesa delle risposte.
Ancora oggi provo questo.
Analoghe sensazioni a volte provo pure durante i test glicemici, quando attendo il numero scritto sul glucometro.
In misura ridotta, certamente.
Mai come quando avevo dietro mia madre ad attenderlo silenziosa con me!
Quel maledetto o benedetto numero, dispensatore della felicità o infelicità del momento!
È difficile vederlo come un semplice valore metabolico da leggere con la testa, da valutare chiedendosene senza emotività il perchè. Facendosi velocemente e meccanicamente tutte quelle necessarie, fondamentali, imprescindibili domande e dandosi con la sola ragione altrettanto velocemente e meccanicamente risposte.
Piano piano ci sono riuscito a vedere quel numero non il punto di partenza per il mio autocontrollo, ma un punto di arrivo del mio autocontrollo svolto nelle ore precedenti e, insieme, un semplice dato unito (necessariamente, fondamentalmente, imprescindibilmente) ad altri dati (le risposte a quelle domande) per il mio autocontrollo nelle ore successive.
Quel numero ha così acquisito ... “una sua voce e parla”.
Credo siano le parole di un amico di Garda che, senza indossare alcuna parrucca dai lunghi boccoli grigi ma semplici scarpe da ginnastica, con in tasca uno speciale diario (MellitoBooK) e una penna e con la testa sempre accesa, mi ha fortemente stimolato a crescere usando la ragione e a rompere con quel passato dove ho ancora qualche radice e dove affondano ancora alcune mie quotidiane paure.
In ogni caso, non appena avrò quei maledetti o benedetti risultati degli esami del sangue, senza commentarli, li pubblicherò e poi li valuterò insieme alla mia diabetologa di fiducia.
Sansepolcro, li 17 ottobre 2011
Andrea